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La situazione è tale per cui si capisce che non è più possibile tornare sui propri passi, ma il futuro non è ancora presente oppure si delinea incerto.

Assieme alla analisi dei fattori che nel passato hanno contribuito a creare la situazione di disagio e stallo “stasi” in termini energetici, il fine dell’ intervento del coach è quello di permettere al cliente/organizzazione di migliorare la propria capacità di autogoverno, ovvero la capacità/facoltà di intervenire sulla proprie scelte in modo tale da avvicinare i risultati delle azioni ai desideri che le hanno motivate.

A tal fine cosa occorre?

La consapevolezza della situazione attuale ossia la rielaborazione e la lettura critica dei contesti

• sociali e di mercato;
• culturali;
• relazionali;
• lavorativi.

Sono essi da considerarsi come dei vasi comunicanti che talvolta si contaminano a vicenda e le cui interazioni sono basilari nel permettere o non permettere la comprensione di ciò che va cambiato, migliorato o mantenuto.

Inoltre vanno ricercate le effettive potenzialità del contesto, non sulla base di altrui desideri, di consuetudini o di imprinting ormai desueti, ma sulla base di ciò che crea effettivo benessere, soddisfazione e realizzazione della mission dell’azienda ed e i singoli che vi lavorano.

Il tutto deve avere come obiettivo una situazione desiderata che si possa porre come elemento di verifica e soprattutto di motivazione.

Ecco che allora le azioni ed i comportamenti delle persone cessano di essere puramente casuali o ripetitive, ma divengono invece la verifica di un cambiamento e del suo processo.

In sostanza la Crisi di Autogoverno corrisponde alla mancanza di obiettivi, scelte o l’incapacità di distinguere fra essi, tuttavia essa altro non è il punto di partenza verso l’Autorealizzazione. Ogni organizzazione o sistema porterebbe con se la tendenza spontanea a tendere all’auto-governo, tutto questo dentro alla complessa rete sociale che costituisce lo sfondo e la base di riferimento di ciascuna.

L’individuo (più individui costituiscono il sistema di ogni azienda o organizzazione) che decide in autonomia appartiene ad un mondo sociale, ma non ne è controllato e determinato; le decisioni autonome si collocano sempre dentro ad un ambiente complesso in cui l’individuo riceve influenze, proposte, stimoli e motivazioni e in cui si allacciano rapporti di potere, dipendenza, confronto, contrasto e collaborazione, all’interno della famiglia allargata che costituisce il proprio luogo di lavoro così come della famiglia di origine.

L’autonomia è il regno della libera scelta cosciente, fra gli altri. Essa corrisponde alla felicità dell’esserci, alla competenza del fare e alla relazionalità sociale ed affettiva. Il coaching si occupa del sistema, ma anche delle singole persone.

Le aziende sono fatte di persone e il coach talvolta incontra realtà dove le persone portano un carico di sofferenza, emotiva e relazionale molto forte. Solo talvolta questi pesi emotivi sono correlati ad eventi specifici quali lutti, separazioni o relazioni difficili, molto più spesso è il progetto esistenziale che viene vissuto ormai come privo di possibilità di sviluppo o opportunità.

La crisi può essere generale o può riguardare un singolo aspetto della vita, in ogni caso quando essa si presenta, coinvolge la persona nella sua interezza e spesso porta con se elementi depressivi anche rilevanti. Infatti accade sempre che il cliente abbia prima tentato di trovare alcune soluzioni al suo problema, abbia addirittura provato a metterle in pratica, ma i relativi insuccessi divengono ulteriore elemento di scoramento e di sfiducia.

In ogni crisi di autogoverno compare un problema; il termine problema deriva dal greco pro-ballein che significa mettere innanzi, proporre.

Il problema può riguardare …non sopporto più il mio lavoro…, …vorrei incontrare la persona che fa per me…, …vorrei realizzarmi nella vita…, oppure …mi sento un fallito…, …vorrei trovare un equilibrio… o anche …vorrei raddoppiare il mio fatturato…

Dentro al problema va trovata la volontà e oltre la volontà si cela sempre la speranza, speranza di risolvere quei vincoli o conflitti che non permettono la soluzione autonoma del problema. In sostanza la crisi di autogoverno corrisponde al negativo e all’insopportabilità della situazione esistente che spesso si accompagna a rabbia, insofferenza, rifiuto e frustrazione ed è l’esperienza di una mancanza, una sensazione di assenza. La crisi di autogoverno riguarda la capacità di decidere e valutare in autonomia, essa pone la persona in una difficile situazione di stallo e di critica verso se stessa.

L’altro polo della situazione è la funzione della speranza, la volontà di cambiamento. La progettualità e la visione del futuro, elementi determinanti per conseguire lo stato di benessere e soddisfazione.

Il lavoro fra coach e cliente diviene quindi un processo di transizione fra lo stato di stallo creativo e frustrazione e quello di cambiamento e benessere che va progettato, generato, costruito e percorso assieme. Dalla situazione attuale di disagio (qui e ora) si costruisce assieme quel ponte sul futuro verso la situazione (li e allora) di benessere ed appagamento desiderata.

Iniziamo il percorso?